sabato 11 aprile 2009

precipitazione

Il fenomeno della precipitazione inizia quando viene superato il Kps (prodotto di solubilità) delle specie in soluzione. Quando viene superato questo valore la precipitazione avviene in un certo arco di tempo. Inizialmente si ha la formazione di germi cristallini che vengono anche definiti aggregati primari. In questa fase non si è in grado di vedere niente. I germi sono invisibili. Successivamente, i germi si accrescono fino a diventare talmente grandi da essere visibili ad occhio nudo: i cristalli. I cristalli si separano dalla soluzione.
Un precipitato può essere:
un solido che rimane in sospensione;
un solido che si raccoglie sul fondo.
Il precipitato cristallino è molto pesante, si separa facilmente.
Il precipitato colloidale è un precipitato che tende a rimanere in sospensione.

precipitati cristallini
La precipitazione inizia con la formazione di germi di cristallizzazione.
L’accrescimento del germe avviene in modo ordinato. Si ha la formazione di un reticolo cristallino. Il germe dà luogo ad un precipitato cristallino. Generalmente più è lenta la formazione del cristallo e maggiori sono le sue dimensioni. Quindi se aggiungo i reattivi lentamente, riesco ad ottenere cristalli molto pesanti facilmente filtrabili con poche impurezze. Se aggiungo i reattivi molto velocemente, ho una soluzione sovrasatura e da questa soluzione ottengo un precipitato finemente suddiviso, difficilmente filtrabile.

precipitati colloidali
Essi si formano da germi cristallini, ma i germi cristallini non riescono a crescere e si aggregano formando particelle piccolissime e irregolari. Queste particelle formano una sospensione detta sospensione colloidale o anche sol. Molto spesso i sol appaiono lattescenti o caseosi. Quando gli aggregati sono di tipo idrofilo, cioè tendono a legarsi con l’acqua, allora il precipitato che si forma viene chiamato gel. La formazione del gel si nota subito, poiché questo precipitato è trasparente. Nel caso di precipitato idrofobo si ha la formazione di soluzione lattescente e successivamente caseosa. Quando una sostanza precipita sotto forma di colloide, non si ha mai la precipitazione cristallina. I precipitati colloidali tendono a inglobare impurezze presenti nella soluzione. Avviene il fenomeno della coprecipitazione. La coprecipitazione è una delle cause più comuni di inquinamento dei precipitati, si può avere sia per i precipitati cristallini che colloidali. Nel caso dei precipitati colloidali, la coprecipitazione è più frequente. Esistono due processi che danno luogo alla coprecipitazione: adsorbimento; occlusione. L’adsorbimento è la presenza di ioni estranei sulla superficie del precipitato. Nel momento in cui il precipitato aumenta le sue dimensioni, gli ioni vengono prima adsorbiti sulla superficie e poi intrappolati all’interno del precipitato. Rispetto a quelli cristallini, i precipitati colloidali hanno una superficie molto maggiore esposta al solvente: i precipitati colloidali saranno i più soggetti all’inquinamento per adsorbimento. L’ adsorbimento può essere molto selettivo. Mentre l’adsorbimento è indipendente dalla velocità con cui si aggiungono i reattivi per ottenere la precipitazione, il fenomeno della occlusione dipende molto dalla velocità di precipitazione.

Nessun commento: